di Pietro Laureano Il padiglione della sete ha la forma di una montagna di sale che riflette i raggi del sole facendolo somigliare ad un miraggio nel deserto. All’interno è una macchina realizzata con una antica tecnologia avanzatissima. Sono ricostruiti i sistemi di captazione d’acqua delle caverne, le tecniche di produzione idrica dei tunnel sotterranei chiamate gallerie drenanti e i pozzi aerei.
|
|
Il visitatore comprende che è possibile ottenere acqua bevibile dal cielo e dal sottosuolo. Che la necessità di acqua potabile ha permesso di sviluppare tecniche straordinarie, cultura e conoscenza. Ma tutto questo è il passato? Stiamo visitando un museo archeologico delle tecniche scomparse? No. Proseguendo nel percorso il visitatore scopre di essere in viaggio dentro un elaborato congegno tecnologico-ambientale che, in volo nel cosmo, utilizza le paleotecniche per il riciclo, la produzione idrica e la sostenibilità.
E’ una astronave-serra; una stazione spaziale-ecosistema; un’arca custode della sapienza idrica; una goccia d’acqua in viaggio per l’universo; un pianeta – giardino. Anche il nostro pianeta Terra è un’astronave in viaggio per il cosmo. Al visitatore all’uscita potranno essere comunicati i chilometri percorsi durante la sua presenza nel padiglione e la quantità d’acqua spostata contenuta nel suo stesso corpo. Il padiglione metafora della sete nasconde al suo interno un mistero. Un viaggio attraverso tecniche idriche, culture e conoscenza capovolgerà le idee correnti sulla sete.
* immagine delI’interno del Padiglione della Sete - Sala Aridità
|
|
L’esposizione permette al visitatore di comprendere cosa è la sete rispondendo alle domande: - Chi ha sete? - Che succede a causa della sete? - Come trattiamo la sete? - Che cosa è la sete?
Si risponde a quest’ultima domanda fornendo una nuova visione della sete. La sete è necessaria: da problema è una risorsa: impulso al viaggio e alla conoscenza.
* immagine delI’interno del Padiglione della Sete - Umidità > Tecniche
|
|
La sete costituisce un bisogno irrimandabile, un senso di insoddisfazione estremo, un desiderio che spinge ad agire e conoscere: è il motore delle trasformazioni culturali e ambientali.
Gli organismi viventi e l’ambiente manifestano la sete come un bisogno impellente e con segni di insoddisfazione e di degrado. La pelle è per l’uomo quello che per l’ecosistema è il paesaggio. Se l’organismo ha sete la pelle si secca, si disidrata.
Così il terreno senza acqua si spacca e si degrada. Ma il paesaggio della sete non è quello del deserto è quello della desertificazione. Deserto e desertificazione sono due cose diverse. Il deserto ha un equilibrio ecologico preciso affermatosi nel corso del tempo in specifiche situazioni climatiche.
Il suo paesaggio è sano con un valore estetico, con le leggi, componenti, attività biologiche e culturali adattate a rispondere in modo appropriato alla sete delle piante, degli animali e degli uomini.
* immagine del Padiglione della Sete
|
|
La desertificazione è causata dalla pressione e dal cattivo intervento degli esseri umani e può prodursi in qualsiasi clima e situazione determinando condizioni di disequilibrio con suoli degradati e luoghi assolutamente privi di armonia.
La desertificazione è la mancanza di soddisfazione della sete dell’ecosistema. Così gli organismi spariscono, gli esseri umani e anche le piante migrano. Senza acqua bisogna andare in un altro luogo o trovare i modi per procurarsela. La sete è un impulso, un richiamo a cui si deve rispondere. La sete è all’origine di due fenomeni fondamentali direttamente collegati: il movimento e la civiltà. La sete ha spinto l’umanità alla scoperta, alla conoscenza e all’innovazione.
Il bisogno di acqua del nostro organismo e degli ecosistemi è una risorsa perché è uno stimolo a ulteriori progressi. La crisi idrica provocata dal riscaldamento globale e l’estremizzazione climatica costituirà uno stimolo al cambiamento del modello economico, alla nascita di un nuovo paradigma basato su un patto tra l’umanità e l’ambiente, allo sviluppo di una tecnologia sostenibile. La sete è la manifestazione di principi fondamentali, ancora ignoti, dell’Universo.
La necessità inestinguibile di continua fusione con il ciclo dell’acqua, quello planetario e quello cosmico. La sete è il bisogno e il desiderio, fa parte della nostra natura, dalle origini lontane ai destini futuri. La sete accompagna il perenne viaggio di scoperta dell’umanità: dalla grotta, alla stazione spaziale e oltre, verso l’infinito.
|
|
|
|
|
|
|
Pietro Laureano è nato a Tricarico (MT) il 16 febbraio 1951.
Architetto e
urbanista, è consulente Unesco per le zone aride, la civiltà islamica e gli
ecosistemi in pericolo. Ha vissuto otto anni nel Sahara lavorando allo studio e
il restauro delle oasi in Algeria. Con numerosi saggi e libri pubblicati a
partire dalla fine degli anni ‘80 ha dimostrato come le oasi siano frutto
dell’ingegno umano, patrimonio di tecniche e conoscenze per combattere l’aridità
e modello di gestione sostenibile per il pianeta intero. Coordina progetti con
vari Organismi Internazionali in tutto il Mediterraneo, Yemen, Mauritania ed
Etiopia.
Ha vissuto per dieci anni nei Sassi di Matera abitando nelle
grotte da lui restaurate con metodi tradizionali recuperando i sistemi
preistorici di raccolta d’acqua piovana e i metodi di climatizzazione e
raffrescamento passivo. E’autore dei rapporti che hanno portato all’iscrizione
dei Sassi di Matera e del Parco del Cilento nella lista del Patrimonio mondiale
dell’UNESCO ed ha contribuito con l’esempio diretto e la sua attività al modello
di successo realizzato in queste due realtà in rapporto al recupero degli
ecosistemi urbani e la salvaguardia del paesaggio.
E’ fondatore e
coordinatore di IPOGEA Centro studi sulle Conoscenze tradizionali,
organizzazione no profit, con sede a Matera e a Firenze che realizza progetti di
salvaguardia del paesaggio con pratiche antiche come l’uso dei terrazzamenti di
pietra a secco, le cisterne di captazione d’acqua e le gallerie drenanti.
Ha insegnato nelle Facoltà di Architettura delle Università di Firenze,
Algeri e Bari e nei master di alta formazione dell’Università di Basilicata e
l’Università di Bologna.
Ha avuto l’incarico dall’Esposizione Universale
di Saragozza del 2008 in Spagna basata sulla tematica dell’acqua della direzione
scientifica del padiglione della Sete (SED).
In qualità di rappresentante
italiano nel Comitato Tecnico-Scientifico della Convenzione delle Nazioni Unite
per la Lotta contro la desertificazione (UNCCD), e come Presidente del Panel per
le conoscenze tradizionali, ha promosso la realizzazione di una Banca Mondiale
sulle Conoscenze tradizionali e il loro uso innovativo www.tkwb.org. Tale iniziativa viene
portata avanti con il supporto del Ministero dell’Ambiente italiano, dell’UNESCO
e dell’UNCCD.
La Regione Toscana ha messo ha disposizione per la
creazione del Centro Internazionale a Firenze la prestigiosa villa di Lorenzo il
Magnifico a Careggi che fu sede dell’Accademia Neo Platonica. |
|
Interno del padiglione - Fotocellule |
|
Interno del padiglione - Umidità |
|
Interno del padiglione - Aridità |
|
|
|