Lo scheletro massiccio |
Un film di 50 minuti, frutto di tre anni di lavoro, denso di immagini inedite, in cui donne e uomini raccontano la necessità di condensare nel 2 luglio, giorno in cui Matera celebra la Festa in onore di Maria SS della Bruna, la spinta emotiva di un anno di attesa. |
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Sinossi |
Sullo scheletro massiccio s’incrociano la Santità della Madonna e la forza maschile di chi lotta per strappare un pezzo dal Carro Trionfale, benedetto; convivono l’arte della cartapesta e l’amore di chi governa i muli che guidano il carro verso la distruzione.
Il 2 Luglio i protagonisti della Festa in onore di Maria SS della Bruna, protettrice della Città di Matera, chiudono il cerchio emozionale della propria esistenza in gesti ripetuti da secoli e tramandati oralmente ai figli dei figli. Incontrandosi in muti saluti e comunicazioni al limite del verbale. Niente è prestabilito. Eppure tutto, quel giorno, si coordina armoniosamente. |
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La squadra di Belisario Paolicelli è composta da circa otto persone che preparano i muli alla processione. Non hanno un appuntamento preciso eppure intorno alle 16 del pomeriggio ad Agna, nella periferia Sud della città, arrivano tutti. I diversi momenti in cui è articolata la Festa della Bruna cominciano all’alba con la Processione dei Pastori e sono regolati da codici difficilmente comprensibili a cui è possibile accedere solo conquistando la fiducia di coloro che li vivono in modo incondizionato. Ecco perché per arrivare a 50 minuti di montato ci sono voluti tre anni di osservazione partecipata, di conversazioni, di sensazioni prima descritte e poi vissute direttamente.
Così è stato possibile avvicinarsi alla comprensione delle lacrime in solitudine del maestro cartapestaio, alla premura discreta delle donne che, a porte rigorosamente chiuse, preparano la Santa Effige alla Processione lungo le vie della città. |
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Nello studio delle fonti abbiamo rilevato l’inesistenza di un film documentario sulla festa della Bruna. La narrazione cronachista del 2 luglio, espressione degli eventi della giornata, non da spazio alla consapevolezza, espressa dai protagonisti, dell’impermanenza della propria vita e alla necessità di condensare in quel giorno la spinta emotiva di un anno di attesa. Parola chiave delle feste popolari del Sud Italia.
Lo scheletro Massiccio è il frutto dell’operosità di molte mani ed intelligenze che hanno lavorato in armonia cercando di rispettare le donne e gli uomini incontrati lungo il percorso.
Mimma Maranghino Mario Raele |
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