Sasso Barisano |
L’inserimento dei Rioni Sassi nel Regolamento Urbanistico |
Fra le osservazioni mosse dall’attuale amministrazione al Regolamento Urbanistico presentato da G. Nigro vi è stata quella del mancato inserimento fra le valutazione del Bilancio urbanistico dei Quartieri Sassi: mancanza che secondo tale amministrazione determina una esclusione dei Rioni Sassi dalla pianificazione urbana. Si possono condividere queste osservazioni dell’amministrazione? La risposta è inopportuna se la domanda formulata al pianificatore è così posta, in quanto l’inserimento dei rioni sassi nel RU non può essere fatto senza fissare una serie di obiettivi da perseguire per i Rioni Sassi ovvero in altri termini, se l’inserimento della questione Sassi all’interno del RU sia legato alla sua tutela e quindi a concetti di Restauro Urbano oppure se legato ad altri obiettivi, meno culturali, per esempio legati allo "sfruttamento" dei Sassi quale risorsa economica legata al turismo (precisandosi anche quale tipo di turismo e con quale massa d’urto).
Fatta questa premessa, si può pensare alla risposta del pianificatore che nella conferenza pubblica del 19 ottobre ha affermato che la questione Sassi possa essere in qualche modo inserita nell’armatura urbana della città: staremo a vedere come si concretizzerà questa risposta ma nel frattempo possiamo identificare e proporre alcuni contenuti.
Fra le esigenze dei Rioni Sassi quello della mobilità assume l’aspetto prevalente: sul piano della "tutela e restauro preventivo" il minor numero di mezzi tradizionali dovrebbe attraversare tali rioni; per le esigenze della residenza e delle diverse attività "economiche" presenti bisogna garantire i trasporti (di persone e merci) secondo i canoni della contemporaneità, assolutamente legati in questa città al mezzo privato.
Relativamente al secondo orientamento dobbiamo prendere atto della inadeguatezza del sistema infrastrutturale dei Sassi, nato per soddisfare esigenze pedonali o legate all’uso dei quadrupedi quale mezzo di trasporto.
Già con il podestà Francesco Sarra nel 1935 si erano poste queste questioni, sfociate in un piano parzialmente attuato di dotare la città dei Sassi di strade carrabili: l’anello di congiunzione stradale da sant’Agostino a Palazzo Lanfranchi passante per san Pietro Caveoso era uno degli interventi. Erano altri tempi, si demonizzava il sistema urbano dei Sassi e le sue malsane condizioni, già vergogna mussoliniana prima che togliattiana, e si proponeva l’apertura di strade per portare luce e aria, a Matera come in altri centri storici italiani, e così migliorare le condizioni igieniche di quartieri e città.
Oggi una tale soluzione è culturalmente improponibile così come pensare di dotare i rioni Sassi degli spazi necessari per ottenere tutti i confort a portata di mano: fra questi, sul piano urbanistico, vi è il problema di dotazione di aree a standard per parcheggi. La possibilità potrebbe trovarsi in uno spazio, una fascia intorno ai Sassi, dove dislocare parcheggi (veri e propri contenitori di autoveicoli) al posto di edifici dismessi: così le aree della attuale Questura su via Gattini, dell’ex Orto dei Minori Conventuali conosciuta col nome di Giardino Porcari, ed altre al posto di edifici in stato di degrado.
Il RU 07 questo aspetto non lo affronta: così l’area della Questura su Via Gattini viene confermata come attrezzatura pubblica per fini amministrativi ed al contempo il Giardino Porcari rimane luogo edificabile in grado di sviluppare potenzialmente 10.000 mc a fronte di un parcheggio per circa 100 macchine.
E’ necessario che il RU 07 affronti la gestione di tali residui di aree potenzialmente utili alla dotazione si spazi per i Rioni Sassi: nello specifico è notorio che la Polizia Stradale è in via di trasferimento (in parte attuato) dall’attuale sede di via Gattini al nuovo edificio su via Cererie: il regime di tale area dovrebbe essere affrontato nel RU con destinazone ad autorimessa collettiva, entualmente multipiano, così da sgombrare il campo a possibili e deleterie speculazioni a fini residenziali: non è superfluo sottolineare l’adiacenza di tale area ad uno dei nodi nevralgici dell’accesso al versante Barisano dei Sassi.
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