|
Unesco, senza piani Puglia e Basilicata |
Di Michele Sarra
Sassi, Trulli e Castel del Monte quasi fermi e dal ministero non arrivano i fondi. Da due anni la legge richiede per i siti inclusi dall’Unesco nel Patrimonio dell’umanità una tutela "attiva", che li consideri beni da trasmettere alle generazioni future come risorsa e per questo pensi anche a svilupparvi attività economiche compatibili con la salvaguardia dei luoghi. Ma per i siti di Puglia e Basilicata (i Trulli di Alberobello, Castel del Monte e i Sassi di Matera) poco ancora si è mosso.
|
|
La colpa è anche dei tempi lunghi dei finanziamenti statali per redigere i Piani di Gestione (Pg), introdotti proprio dalla legge di due anni fa (la 77/06). Ma altri siti Unesco italiani (Firenze, Vicenza e Verona) hanno già creduto nei Pg, adottandoli senza attendere i fondi della legge, e la sensazione degli amministratori (si veda anche l’articolo a fianco) è che la valorizzazione resterà difficile se non ci sarà un flusso di risorse a regime.
I finanziamenti per i Pg saranno di 50 mila euro a sito per il 2006 (circolare del segretario generale del ministero Beni culturali del 30 maggio 2007) e ora sembrano in arrivo: c’è un primo decreto ministeriale, in attesa del parere della Conferenza Stato-Regioni. Fra i tre siti Unesco di Puglia e Basilicata nel 2004 c’è un Protocollo d’intesa per la promozione dell’offerta turistica globale.
«Ora l’occasione dei Pg non va persa - dice Antonio Nicoletti, docente a contratto di Pianificazione territoriale dell’Università di Basilicata - col loro approccio integrato e inclusivo, i Piani sono uno strumento innovativo di tutela e valorizzazione, di grande utilità soprattutto nei contesti in cui la compresenza di funzioni e usi rende difficile coniugare le esigenze della tutela con quelle dello sviluppo economico. È il caso soprattutto di Matera, dove il Pg potrebberisolvere ildilemma tra metodi di recupero, strumenti di valorizzazione e ricadute sul territorio e dell’occasione per ripensare la valorizzazione economica del bene pubblico, funzionale allasua stessa conservazione».
I tre siti sono diversi non solo per storia, dimensioni (intere aree nel caso dei Sassi e dei Trulli) e architettura, ma anche per proprietà: statale al 100% per Castel del Monte e al 90% per i Sassi, privata al 90-95% per i Trulli. Ma, quale che sia la proprietà, ci sono poche risorse per investimenti di recupero, pianificazione e marketing territoriale e programmazione di eventi. Nonostante i vantaggi di visibilità legati al marchio Unesco. «Ma ci sonoanche oneri - dice Gianni Puglisi, presidente della Commissione Unesco e della Fondazione Banco di Sicilia.
Per migliorare il rapporto costiricavi dei siti, è importante avere un management preparato non solo al livello finanziario, ma anche su tutela e monitoraggio dei beni, gestione dei flussi di turisti e delle infrastrutture, trasporto pubblico e scelte economico-produttive del territorio circostante. Professionalità nuove e complessee non volenterose riconversioni dello storico dell’arte o del politico locale.
Matera, Alberobello e Castel del Monte potrebbero ipotizzare una condivisione di queste nuove ed alte professionalità sfruttando la loro "comunanza per prossimità». Per le risorse, Puglisi pone l’accento sul ruolo delle Fondazioni bancarie, le cui erogazioni per arte e beni culturali «in prospettiva sono un modo per investire quel patrimonio la cui redditività le Fondazioni devono incrementare di anno in anno, a patto che l’operazione abbia sempre come obiettivo il sito e la sua tutela». Un’idea replicabile perchè utile coordinare il reperimento delle risorse - secondo Puglisi- è quella della Fondazione Patrimoni Unesco -Sicilia (frutto di un’intesa Regione-Unesco) per promuovere la valorizzazione e il monitoraggio dei siti, affiancata da una società mista per modernizzare i sistemi di gestione del patrimonio museale e sostenere eventi. |
|
09.04.2008 - Unesco senza piani Puglia e Basilicata - Il Sole24ore Sud |
|
|
|
|
|
|
|
Commenta con il tuo Account di Facebook |
|
|
|
|
|
|
|
|