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RETE SOCIALE
21/10/2008  Lascia un commento
Assemblea Generale dell’Ateneo Lucano: stato di agitazione generale
Ieri, 21/10/2008 l’Assemblea Generale dell’Ateneo Lucano, convocata dal Magnifico Rettore, in riferimento alla legge 133/2008, ha proclamato lo stato di Agitazione Generale e ha dichiarato di intraprendere forme di protesta, inclusa la drastica soluzione di bloccare le attività accademica.

Durante l’Assemblea è emerso che, già in data 23 Luglio 2008, il Senato Accademico ha definito inaccettabile il Decreto 112, in quanto impone dei tagli al FFO (Fondo per il Finanziamento Ordinario delle Università), arresta la ricerca, limita l’accesso all’Università per le classi medio-basse, svende l’Università pubblica trasformandola in privata. In tal modo l’Università potrebbe diventare, suo malgrado, una “Fondazione di Diritto Privato”.

Per tanto, noi studenti, riuniti nell’associazione Sui-generiS, intendiamo portare avanti nei prossimi giorni un’attività di sensibilizzazione e di protesta riguardo tale provvedimento che potrebbe ledere il nostro presente di studenti e il nostro futuro di lavoratori.

Vi invitiamo ad informarvi riguardo al legge 133/2008, il cui testo è reperibile anche sul sito >> http://web.camera.it/parlam/leggi/08133l.htm
e di partecipare attivamente a tutte le manifestazioni previste in questi giorni.

Vi sollecitiamo a sospendere momentaneamente l’attività didattica e ad intraprendere dibattiti circa la legge e le eventuali ripercussioni.

Per tanto, come associazione studentesca, impegnata da vari anni nell’università e consapevoli dell’importanza del ruolo dell’Università PUBBLICA, contestiamo fortemente la legge 133/2008 e non possiamo non attivarci al fine di ostacolare l’attuazione di tale provvedimento legislativo.

Alcune informazioni sulla legge 133/2008:
E’ stata decisa da questa legge il taglio dei fondi destinati all’università pubblica (FFO - fondo per il finanziamento ordinario delle università) nella seguente maniera.
Riduzione di:
- 63.5 milioni di euro per l’anno 2009
- 190 milioni di euro per l’anno 2010
- 316 milioni di euro per l’anno 2011
- 417 milioni di euro per l’anno 2012
- 455 milioni di euro a decorrere dell’anno 2013 per un totale di 1441.5 milioni di euro almeno fino al 2013

Per sopperire all’improvviso ammanco dei finanziamenti pubblici, lo stato consente alle università di trasformarsi in fondazioni di diritto privato.
Questo passo sancirebbe la morte di un’istruzione pubblica per tutti, consentendo alle fondazioni universitarie di decidere l’entità delle tasse per gli studenti, ed andando a ledere il fondamentale diritto allo studio univesitario, tutelato dalla Costituzione Italiana attraverso l’articolo 33.

La stessa legge ha imposto una drastica riduzione del personale universitario alle facoltà stesse, che si trovano costrette improvvisamente a mandare obbligatoriamente in pensione chi ha maturato i requisiti necessari, o altrimenti licenziare parte del proprio organico. Logica vorrebbe una sostituzione nelle posizioni didattiche per mantenere l’offerta d’insegnamento.

La legge 133 impone invece un turn over bloccato al 20%, ovvero un nuovo assunto ogni cinque pensionamenti o licenziamenti.

Come pensiamo di mantenere una didattica di buon livello in questa maniera?
Riassumendo:
- Le facoltà devono ridurre gli organici entro i termini imposti dalla legge, licenziando o pensionando forzatamente
- Si può procedere all’assunzione ogni 5 pensionamenti e/o licenziamenti

Matematicamente qualcosa non torna.
Si rinuncia a personale docente, chiedendo ai ricercatori di mantenere il ruolo di insegnanti, mantenendo la stessa retribuzione e lavorando fuori dai compiti stabiliti dal loro contratto (che prevede 60 ore di ricerca, e nessun obbligo all’insegnamento).

Con questa situazione, l’unica soluzione sarebbe sopprimere corsi d’insegnamento, fino a giungere addirittura alla cancellazione dei corsi di laurea meno frequentati o considerati di minor interesse.

Associazione Sui-generis
 
 
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