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RETE SOCIALE
26/10/2008  Lascia un commento
Petrolio: nè Stato nè Regioni, decideranno i cittadini
Il ministero fa dietrofront sulla procedura di Via per le trivellazioni nello Jonio, per grosse lacune nella documentazione presentata dalla Consul Service srl, e la Regione - in una delle poche volte in cui è sfavorevole alle trivellazioni - riconosce che i luoghi non sono idonei alle estrazioni, per tutelare l’ambiente e il turismo del Metapontino. La procedura di Via Ministeriale (Ministero dell’Ambiente) era avviata da tempo e sicuramente la mobilitazione di questi ultimi giorni da parte delle associazioni e dei cittadini, ha messo in luce lo scellerato progetto.

Non ci illudiamo, la lobby petrolifera ripresenterà tutto allo stesso modo di come fa sulla terraferma. Nel frattempo, però, ne accadono delle belle. La Basilicata, secondo i progetti Eni, si accingerebbe a diventare il primo distretto italiano petrolifero con tanto di trivellazioni e centri oli (alias raffinerie).

L’Eni, infatti, vuole smobilitarsi da Ortona in Abruzzo per concentrarsi in Basilicata (lo conferma la stampa abruzzese e le dichiarazioni del sindaco di Ortona). Questo ennesimo atto conferma la volontà di estrarre petrolio, dappertutto, in Basilicata lungo le coste e anche nel mare (vedi piattaforme già nello jonio a Crotone e le concessioni nel restante golfo di Taranto e di trasformare la Basilicata, la Val Basento e l’area del Sauro-Camastra in centro di stoccaggio del gas di provenienza anche non italiana.

Ma la cosa grave che coglie di sorpresa la Regione Basilica è quella di un Disegno di Legge che esproprierebbe la Basilicata di tutte le autorizzazioni sulle estrazioni petrolifere e che darebbe potere decisionale al Ministero sulle procedure di Via, con l’accentramento del potere decisionale, politico e soprattutto economico della gestione dell’affare petrolio.

Si avverano, quindi, le profezie di De Filippo che difendeva il petrolio dicendo che non era nostro ma dello Stato, e che le royalites non erano la soluzione ai problemi della Basilicata; nel frattempo, però, dava pareri a trivellare a chiunque ed ovunque. Solo le sacrosante resistenze delle popolazioni gli fanno notare che il petrolio non è dello Stato o della Regione Basilicata, ma del territorio dove è stoccato.

Per cui lo Stato non proprietario della salute dei cittadini e delle loro economie (agricoltura e turismo) che saranno, sistematicamente, distrutte a seguito delle trivellazioni e provocheranno ulteriore emigrazione (proprio come accade in Val d’agri).

Come il cane a cui è stato sottratto l’osso, la politica super partes (vedi le recenti dichiarazioni di alcuni consiglieri regionali) si accorge solo ora che il federalismo propinato è una grande fregatura per le piccole regioni, e che non riguarda le risorse di cui è ricca una regione. Lo Stato avoca a sé il diritto di gestire il territorio italiano per il petrolio o, peggio ancora, decide dove sistemare le scorie nucleari, in nome di un’efficienza dettata dagli industriali di parte che vogliono gestire il patrimonio pubblico e che vogliono chiudere scuole, ospedali, ferrovie per recuperare soldi provocando ulteriore spopolamento ed emigrazione. Torniamo a chiedere fermamente pertanto i consigli comunali aperti in tutti i comuni lucani per avocare, invece, democraticamente ai cittadini il potere di gestire il proprio territorio, difendendolo da interessi e progetti scellerati che vedranno la distruzione dell’ambiente e delle economie collegate.

Petrolio o scorie nucleari ormai sono i due pericoli che dobbiamo continuare a scongiurare. Ora è la volta dei sindaci: difendano il territorio in nome della democrazia e del mandato conferito direttamente dai cittadini.
La mobilitazione cittadina invece continua, come sempre.
Trivelle nel Mar Jonio: morte del turismo e delle economie locali
Dopo i campi agricoli biologici, i bacini idrici ed i boschi, ora la lobby petrolifera vuole trivellare nel mare jonio lungo la nostra costa per estrarre petrolio e gas.

DAL FIUME SINNI A METAPONTO (vedi mappa).
Al posto degli ombrelloni e delle barche a vela vedremo le piattaforme petrolifere. La Consul Service srl attende la V.i.a. (Valutazione impatto ambientale) dal Ministero dell’Ambiente .(CONC. 148) per trivellare nello Jonio.

Tutto questo accade, mentre in Val d’Agri 50 famiglie denunciano l’ENI per danni e disastri ambientali e la gente continua ad emigrare ed ammalarsi. Il petrolio inquina l’aria, le acque e la nostra terra si spopola e muore. Le normative italiane in tema di inquinamento petrolifero rispetto all’America sono molto permissive, vedi il limite di immissione in aria dell’Idrogeno Solforato (H2S - un gas tossico, solubile in acqua) in Italia 5000 volte superiore rispetto agli U.S.A, 10 ppm(parti per milione) in Italia contro 0,005 ppm negli U.S.A.

Gli ecosistemi marini già inquinati dall’Ilva e dalla raffineria di Taranto non reggeranno l’impatto delle trivelle. Potremo così dire addio alla pesca, al turismo e a tutta l’economia dei Comuni dello Jonio.Il petrolio serve solo ai politici per mantenere poltrone e prendere voti. Mentre depredano il nostro territorio, in nome del federalismo ci chiudono scuole ed ospedali per riempirci di rifiuti , distruggendo le economie locali.

FERMIAMOLI SUBITO: CONSIGLI COMUNALI APERTI IN TUTTI I COMUNI DELLO JONIO PER DIRE STOP ALLE TRIVELLE , CONTRO LE SCORIE DI QUALSIASI GENERE E PER CHIEDERE AL MINISTERO DELL’AMBIENTE DI BOCCIARE QUESTO PROGETTO SCELLERATO.

NO SCORIE TRISAIA
noscorietrisaia@libero.it  

www.olambientalista.it
 
 
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