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Giustizia: lettera aperta al Presidente Napolitano |
Anna R.G. Rivelli Gentile Presidente di questa Repubblica Italiana, il susseguirsi degli eventi relativi alle indagini della Procura di Salerno in merito all’operato della Procura di Catanzaro ed alla vicenda professionale del pm Luigi De Magistris stanno spingendo molti di coloro che a vario titolo in queste indagini risultano coinvolti a rivolgersi a Lei quale estremo garante di una giustizia che tutti sembrano invocare a gran voce, ma che da tempo tuttavia appare a noi Cittadini sbiadita e lontana.
Permetta anche a me, dunque, persona qualsiasi eppure Cittadina di questo Stato democratico, di rivolgerLe una preghiera con la certezza di interpretare il sentimento di molte, moltissime altre persone che nell’amarezza sconcertante di quanto sta accadendo sperano tuttavia di trovare finalmente una luce capace di ridare speranza e, magari, anche delle certezze, sulla credibilità delle massime nostre Istituzioni.
In questa nostra Italia, in cui oggi sembra non si rinunci mai a definire eversivi parole o atti che abbiano una qualche pur vaga parentela con la ricerca della verità e con la reale salvaguardia del bene comune, troppe volte ci siamo sentiti ingannati da una anomala coesistenza di contrastanti interpretazioni di fatti medesimi che mai nessuno ha avuto capacità o volontà di chiarire. Ancor più nel nostro Meridione, in questo Meridione che qualcuno vorrebbe in tutti i sensi spazzatura d’Italia, il bisogno di coerenza, di verità, alla fine di giustizia vera è diventato una fame vorace che necessita di essere definitivamente soddisfatta.
Non ci si canti dunque ancora lo stornello del giustizialismo, della precoce e ingiusta colpevolizzazione degli innocenti fino a prova contraria, della cultura del sospetto. Non ce lo canti anche Lei Presidente, Lei che in questo momento, in quella che appare una vicenda senza precedenti nella storia della nostra Repubblica, ha il dovere sacrosanto di restituire a noi tutti ciò che di più prezioso ci è stato tolto, e cioè la fiducia che il bene comune e la libertà siano realmente tutelati da chi ci governa ed amministra.
Il modo in cui nello scorso mese di luglio si era chiusa la vicenda De Magistris, con la bocciatura da parte delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione del suo ricorso avverso la sentenza della Sezione Disciplinare con la quale il C.S.M. gli aveva inflitto le sanzioni di censura e trasferimento d’ufficio, non aveva che ottenuto l’effetto di lasciare i Cittadini nel dubbio. Allora, infatti, con una sentenza "ineccepibile", la Corte di Cassazione aveva rinunciato ad affrontare il merito della questione e, senza dare ragione né torto né a De Magistris né alla Sezione Disciplinare del C.S.M, aveva reso definitiva una sentenza che lasciava sul C.S.M. tutta intera la responsabilità e sulla cittadinanza tutta intera la sensazione di essere stata ancora una volta gabbata.
Oggi ci risiamo. L’uomo della strada non sempre ha elementi per giudicare, ma sempre, però, ha occhi per vedere e qui, in questo nostro Paese, molte cose c’erano da vedere che troppo a lungo nessuno ha visto; moltissime ce ne sono ancora, in Calabria come in Basilicata, che fortemente temiamo finiscano sotterrate come tante altre scorie.
Gentile Presidente, laddove non solo non c’è giustizia, ma della giustizia si perde persino la speranza, non può esserci progresso né futuro; e dove non c’è futuro non resta che la disperazione; e dove la disperazione cresce c’è il rischio che la ragione sia prevaricata dalla delusione, dalla rabbia e dall’odio per coloro che all’Italia, al Mezzogiorno e a noi stanno sottraendo anche il presente.
Perché coloro è certo che esistono; l’uomo della strada non ha elementi per giudicare, ma occhi per vedere sì.
Anna R.G. Rivelli |
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