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RETE SOCIALE
23/01/2010  Lascia un commento
Le scelte della Val D’Agri
WWF Basilicata
Il WWF Basilicata, nel recente Incontro dibattito a Villa d’Agri, sul petrolio e monitoraggio ambientale con i cittadini e le istituzioni dell’8.1.2010, ha esibito ed illustrato i dati del monitoraggio del centro olio nell’ultimo anno, ponendo nella relazione di apertura delle precise domande in ordine:

a. allo stato del monitoraggio delle attività petrolifere in Val d’Agri;

b. alla mancata realizzazione dell’accordo di programma del 1998 che prevede la creazione, a spese dell’ENI, di una rete completa di monitoraggio del petrolio da gestire da parte della Regione Basilicata;

c. alla eventuale connessione tra l’aumento delle malattie respiratorie, circolatorie e tumorali in Valle e l’estrazione del petrolio e suo stoccaggio e prima raffinazione nel Centro oli di Viggiano.
Le domande sono state rivolte a tutti gli Enti interessati al controllo e gestione del territorio, cioè la Regione Basilicata, l’Arpab che è l’Ente ufficiale addetto al monitoraggio di queste attività, l’Agrobios che è l’ente di ricerca di queste attività, all’ENI che estrae il petrolio e gestisce il Centro olio, alle istituzioni provinciali e comunali che ,essendo state elette dal popolo sono la loro la rappresentanza, e devono preoccuparsi, al pari di noi associazioni, di quello che avviene sul territorio di loro competenza come compito istituzionale, obbligo politico e sensibilità personale.

La partecipazione è stata enorme, molto di più del previsto e prevedibile in questi casi; è stato un segno di fiducia dei cittadini nell’organizzazione ed innanzitutto nelle tematiche che sono state esposte correttamente ed in modo chiaro e comprensibile; inoltre il problema è sentito perchè investe ogni strato della popolazione ed ogni angolo della Basilicata, non solo quella che vive nei pressi del centro olio e dei pozzi petroliferi, ma anche di persone che risiedono lontano dalla Val d’Agri come il Pollino, l’area di Matera, l’alto potentino, l’area del Parco della Val d’Agri. Erano presenti parlamentari, consiglieri e assessori regionali, Sindaci della Valle, il sindaco di Rotonda, amministratori provinciali e locali, associazioni di agricoltori, ambientalisti, cittadini a vario titolo.

Tutti hanno avuto l’opportunità di parlare, di dire la propria. Come dice il sociologo e professore Enzo V.Alliegro, che ha elaborato l’analisi dell’incontro su un noto quotidiano regionale, la giornata di studio organizzata dal WWF mostra che la decennale convivenza con il petrolio ha prodotto un mutamento radicale delle modalità attraverso le quali il territorio percepisce se stesso e valuta il rapporto con il contesto di appartenenza ed i suoi maggiori attori.

Si è passato da una valutazione diffidente dapprincipo, poi fatalista e disfattista, ad un atteggiamento disincantato e realista che, senza mai cadere nell’illusione messianica, si manifesta oggi nella richiesta di sicurezza ambientale e di crescita economica.

Questa è l’interpretazione più vicina alla realtà della giornata di incontro e di studio che si è svolta a Villa d’Agri il giorno 8 gennaio 2010. Gli attori principali, quelli che dovevano dare le risposte, che sono mancati tutti quanti all’incontro, hanno perso una buona occasione per colloquiare con la popolazione che da essi voleva risposte alle proprie istanze. Noi abbiamo offerto loro su un piatto d’argento una occasione irripetibile di realizzare un dialogo ed un confronto con la gente come è possibile nelle migliori democrazie.

Nella Valle hanno scelto di vivere liberamente circa 40mila persone, esse hanno creduto che qui vi fossero le migliori condizioni di vita, senza inquinamenti dell’aria ,dell’acqua , del suolo, su un territorio caratterizzato da monti, da boschi, da fiumi. Queste popolazioni stanno lentamente assimilando una realtà industriale, mi riferisco al petrolio, che li ha profondamente delusi rispetto alle aspettative iniziali di occupazione e lavoro per tutti, che non ha rappresentato quella via di sviluppo che tutti auspicavano.

Ora su una cosa non transigono ed è quella del controllo della salute pubblica, che sia trasparente e veritiero, comprensibile a tutti ed a disposizione di tutti. Non avrebbe senso, altrimenti, aver ceduto il proprio territorio ad un’industria che lo sfrutta, che ricava profitti e non elargisce occupazione, ma solo royaltes; essa deve rispettare i cittadini della Valle ed assicurare loro le migliori condizioni di vita e di serenità.

La Val d’Agri e la Basilicata non hanno solamente le risorse petrolifere da mettere in campo per il loro sviluppo, hanno un patrimonio ambientale straordinario e prezioso da far valere come risorsa economica, culturale e sociale. In Regione vi sono due grandi Parchi nazionali, il Pollino e la Val d’Agri, vi sono due parchi naturali regionali il Gallipoli Cognato ed il Parco delle Chiese Rupestri a Matera, molte riserve naturali statali e regionali protette, aree SIC e ZPS.

Il destino della Regione non è legato al petrolio,né ai progetti di numerosi impianti che si intendono realizzare sul territorio per produrre le più svariate energie, a biomasse, nucleari, eoliche. La Regione ha meno di 600mila abitanti su un’area molto vasta di 10mila chilometri quadrati, ha bisogno assoluto di rivitalizzare la sua agricoltura, il suo turismo, l’artigianato locale. Tutto questo è legato indissolubilmente al territorio, il quale se verrà occupato da impianti petroliferi, da centrali nucleari, da enormi impianti a biomasse come quella del Mercure, da siti di stoccaggio di scorie radioattive (Itrec di Rotondella), da parchi eolici, non avrà nessuno sviluppo sostenibile e non assicurerà una migliore vita ai suoi abitanti.

Vito Mazzilli
Presidente del WWF Basilicata
 
 
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