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Una lettera che aspetta una risposta |
Lettera aperta di Antonio Nicastro - Potenza All’Assessore all’Ambiente della Regione Basilicata Oggetto: monitoraggio dell’aria in Basilicata alla luce del D.M. 60 del 2002.
Non è la prima volta che ricorro alla “lettera aperta” per avere notizie dall’Assessorato all’Ambiente della Regione Basilicata, è evidente che c’è una certa e documentata ritrosia ad interloquire con il cittadino. Gentile Assessore Lei personalmente ha pubblicizzato il Suo sito internet manifestando la volontà di un contatto con i lucani, purtroppo alle parole non seguono i fatti.
Ho cercato di utilizzare la posta elettronica per un contatto più immediato ma pur avendo avuto conferma che le mail indirizzate all’Assessore, ad una sua diretta collaboratrice, alla dirigente del Dipartimento Ambiente, la d.ssa Cappiello, sono state regolarmente lette, a distanza di una settimana nessun riscontro mi è stato fornito.
Ho persino utilizzato il suo blog personale per richiedere una risposta ma il mio intervento è stato cancellato, alla faccia della trasparenza! Ricorro quindi allo strumento della “lettera aperta” confidando nella disponibilità delle testate giornalistiche lucane a dare voce alle mie richieste. |
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Veniamo all’oggetto della mia istanza. Si tratta di una segnalazione relativa alla pubblicazione dei dati concernenti il monitoraggio dell’aria in Basilicata.
Consultando il sito internet dell’ARPAB, ente incaricato dalla Regione Basilicata per effettuare il monitoraggio dell’aria in base alle normative comunitarie e nazionali, ho avuto modo di verificare che da qualche tempo il servizio non è perfettamente utilizzabile per evidenti problemi di accesso al server, ho altresì verificato che da alcuni mesi il monitoraggio di alcuni elementi inquinanti è incompleto ed alcune centraline di rilevazione non forniscono più dati forse per problemi tecnici, da qualche giorno il sito dell’ARPAB è addirittura irraggiungibile.
Ho chiesto informazioni all’ARPAB utilizzando l’indirizzo e-mail indicato sul sito internet ma non ho avuto una risposta; la legge, in particolare il D.M. 60 del 2002, affida alle Regioni la responsabilità dei monitoraggi e il compito di divulgare i dati, per questo motivo che io, cittadino consapevole di esercitare un diritto all’informazione, chiedo a Lei, responsabile politico in seno alla Regione Basilicata, di fornire le notizie in merito. |
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Decreto Ministeriale n° 60 del 02.04.2002 - pubblicato/a su: Gazz. Uff. Suppl. Ordin. n° 87 del 13.04.2002 Art. 1 - Finalità f) le modalità per l’informazione da fornire al pubblico sui livelli registrati di inquinamento atmosferico ed in caso di superamento delle soglie di allarme; Art. 23 - Informazione al pubblico 1. Le regioni provvedono affinché il pubblico e le categorie interessate siano informati, ai sensi dell’articolo 11 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, sui livelli di materiale particolato nell’aria ambiente e affinché tali informazioni siano aggiornate con frequenza giornaliera.
Decreto Legislativo n° 351 del 04.08.1999 - Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria (GU n. 241 del 13-10-1999)
Art. 1. Finalità 1. Il presente decreto definisce i principi per: c) disporre di informazioni adeguate sulla qualità dell’aria ambiente e far sì che siano rese pubbliche, con particolare riferimento al superamento delle soglie d’allarme; Art. 3. Autorità competenti 1. Lo Stato, le regioni, le province, i comuni e gli altri enti locali, ciascuno secondo le competenze previste dalle vigenti leggi e nel rispetto delle norme di cui agli articoli successivi, sono responsabili dell’attuazione del presente decreto, e, in particolare, assicurano che le misure adottate al fine di conseguire gli obiettivi in esso previsti: Art. 10. Misure applicabili in caso di superamento delle soglie d’allarme 1. Qualora le soglie d’allarme vengano superate, le autorità individuate dalle regioni ai sensi dell’articolo 7 garantiscono che siano prese le misure necessarie per informare la popolazione secondo i criteri stabiliti ai sensi dell’articolo 4, comma 3,lettera d). Art. 11. Informazione al pubblico 1. Lo Stato, le regioni, le province, i comuni e gli altri enti locali garantiscono, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze, che informazioni aggiornate sulla qualità dell’aria ambiente relativamente agli inquinanti normati ai sensi dell’articolo 4, commi 1 e 2, siano messe regolarmente a disposizione del pubblico, nonché degli organismi interessati. 2. Le informazioni di cui al comma 1 devono essere chiare, comprensibili e accessibili. |
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Le leggi citate non ammettono dubbi circa la volontà dello Stato di tutelare le popolazioni nel caso in cui il livello di qualità dell’aria risulta al di fuori dai limiti stabiliti dalla normative. E’ però evidente che in Basilicata sia il monitoraggio che l’informazione sono assolutamente non all’altezza della situazione. In considerazione dei dati riferiti alla mortalità per patologie tumorali in Basilicata (fonte Ministero della Salute, Istituto Superiore per la Sanità, ISTAT, nascente registro dei tumori) che assegnano alla nostra regione un triste primato, in controtendenza rispetto alle altre regioni, la mia preoccupazione appare più che legittima.
Anche l’inquinamento atmosferico, se non tenuto sotto controllo, può contribuire a relegare la Basilicata ai primi posti di questa poco appetibile graduatoria.
Questa mia richiesta vuole, quindi, ristabilire un minimo di legalità perché in gioco c’è la salute dei lucani che, a mio modo di vedere, non è adeguatamente tutelata dalle Istituzioni sia per carenza di monitoraggi, in zone dove l’inquinamento è potenzialmente elevato, sia per insufficiente pubblicizzazione dei dati rilevati.
E’ noto a tutti che nelle aree ove si estrae il petrolio i monitoraggi sono scandalosamente insufficienti ed alcuni inquinanti molto pericolosi, come l’idrogeno solforato (che deve essere tenuto costantemente sotto controllo), possono diffondersi in atmosfera.
E’ altresì vero che non si dispongono di dati circa la presenza di diossina nei pressi dei siti ove sicuramente può depositarsi (nei pressi del termodistruttore Fenice, nei pressi della ferriera di Potenza, nei pressi della Cementeria di Matera, per esempio). Mi chiedo, e se lo chiedono tanti lucani, esistono centraline per il monitoraggio della diossina? Dove? Quali sono le quantità di questo pericoloso elemento presenti nei siti lucani? Perché i Comuni in cui talvolta si superano i valori di inquinamento consentiti, del PM10 per essere più preciso, non allertano la popolazione così come prevede la legge? Perché la Regione non interviene, considerato che dal 2005, anno i cui si è cominciato a divulgare i dati del monitoraggio, sono centinaia i giorni in cui a Potenza, Melfi, Lavello, Ferrandina, Viggiano, Matera (uniche località monitorate secondo i dati pubblicati dall’ARPAB) il valore delle polveri sottili sono stati superiori al consentito?
Riassumendo Le chiedo di intervenire affinché i dati che l’ARPAB dovrebbe rendere pubblici lo siano effettivamente, che si dispongano ulteriori campagne di monitoraggio anche per gli inquinanti oggi non monitorati e si diano indicazioni ai Comuni dove ci sono superamenti dei limiti di avvertire la popolazione che potrà adeguatamente tutelarsi.
La saluto con stima e deferenza.
Antonio Nicastro - Potenza, 19 settembre 2008 |
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