di Anna R. G. Rivelli
Il decreto 137/2008 è ormai legge. La forza dei numeri è prevalsa sulla logica delle parole. La democrazia è sempre un po’ più sbiadita, un po’ più lontana, un po’ più oligarchica.
Tra le nebbie del presente e il futuro in fuga quello che realmente ci rimane è il costo dell’ignoranza di chi occupa posizioni di governo per strategie di partito.
La signora Ministro, infatti, è stata resa inattaccabile dal suo essere statua di cera nel museo del comando, marionetta dei luoghi comuni, quota rosa da fiera dell’uguaglianza. Il decreto Gelmini è stato un attacco violentissimo alla libertà ed un propedeutico a molti altri attacchi che non si faranno attendere.
La scuola, infatti, è solo un banco di prova, ma con il medesimo sistema e la medesima identica arroganza si procederà per la stessa strada per colpire non già lo spreco e il malgoverno, bensì lo spirito critico e il dissenso.
Ecco perché la scuola. La scuola subito, la scuola senza mezzi termini, la scuola senza pietà. La scuola, a dispetto delle ritrite leggende metropolitane che vogliono dimostrarla improduttiva e inutile, è l’unica roccaforte dove la resistenza non si organizza, bensì nasce spontanea, come è nata, dall’energia di un pensiero ancora vivo e padrone di se stesso.
I Docenti, benché vessati e disconosciuti nella dignità del loro ruolo, e gli studenti, benché allevati a pane e isole dei famosi, allenano e si allenano ogni giorno nella palestra della riflessione, dell’analisi, della valutazione, della convivenza, della legalità, del rispetto, della collaborazione.
Il bullismo, che si vuol far credere di combattere con un voto in condotta, non è mai nato né mai nascerà nelle scuole; il bullismo è il malessere della società dei consumi, egoista e assente, la quale odia se stessa e l’altro da sé che proprio all’interno delle scuole è capace di evidenziarla in tutta la sua pochezza.
Il bullismo è la massificazione che nasce dalla menzogna dell’informazione, è il disagio che nasce dalla solitudine delle famiglie, è la potenza che si sprigiona dalla forza della discriminazione.
E la discriminazione non la si può coprire con un grembiule né con una divisa, non la si riesce a nascondere nemmeno con le buone intenzioni con cui si stanno affrescando le pareti di quello che sempre più si configura come un vero e proprio apartheid.
Le classi ponte, le graduatorie regionali, il potenziamento del privato, l’indebolimento costante delle lavoratrici madri, la mancata tutela delle categorie più deboli: tutto questo non solo non sconfiggerà il bullismo e non risanerà le finanze, non promuoverà l’eccellenza e non cancellerà i baronati, ma finirà con l’elevare il livello dell’esasperazione e con il rendere incontrollabili le conseguenze.
Se la Gelmini avesse avuto cognizione del suo operato, se i leghisti avessero studiato nelle scuole meridionali dove ogni giorno si vince disarmati la lotta contro quel sonno della ragione capace di generare mostri, se le destre di governo avessero ascoltato la parte migliore dei propri elettori invece di istigare la peggiore a manifestazioni di stampo fascista, forse gli studenti sarebbero stati ascoltati e forse qualcuno si sarebbe accorto che la scuola e l’università d’Italia, danneggiate gravemente dai clientelismi e dalle passate e presenti ruberie e perciò bisognose di riforme vere, nonostante ciò sono state in grado di produrre buon frutto.
I ragazzi che non si fermeranno, i Docenti che continueranno la loro protesta con la civiltà e la chiarezza che loro si addice, sono il frutto maturo di questa epoca. A chi li guarda con indifferenza, a chi li tratta con arroganza è il caso forse di ricordare la storia.
Anna R. G. Rivelli Presidente NoiCittadiniLucani |
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