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RETE SOCIALE
16/03/2009  Lascia un commento
Ce l’avevano duro
Anna R. G. Rivelli

Sarà per la strategia dell’ottimismo (che si ostina a non riconoscere duri neanche i tempi ) o per quella imperitura saggezza popolare (che recita nei proverbi che il parlare è assai meglio del fottere), certo è che il dubbio che il problema posto dall’onorevole leghista Davide Caparini riguardo al consumo di Viagra possa essere veramente molto serio, potrebbe persino cogliere noi tutti che qui al Sud sembriamo starcene soltanto (e la parola è attinente!) a cazzeggiare.
Caparini si era già in verità immortalato in una nostalgica quanto improbabile proposta di legge dell’aprile 2008 con la quale il nostro indefesso difensore della superiorità settentrionale, in qualità di primo firmatario, chiedeva di aumentare lo stipendio agli alpini del Nord, lamentando il fatto che "ai reparti delle truppe alpine viene destinata un’aliquota sempre crescente di volontari provenienti dalle regioni del sud” e che “tutto ciò incide profondamente sull’efficacia operativa delle unità appartenenti ai reparti delle truppe alpine". >> Leggi la proposta
Si argomentò allora che, tanto, al Sud si era più abituati a fare sacrifici, mentre i giovani del Nord avevano bisogno di un diverso tenore di vita. Ora finalmente l’onorevole Caparini ci dà modo di capire il perché.

La sua analisi serissima, esposta durante gli stati generali della Lega bresciana, ci informa che "dal 1998 al 2005 in provincia di Brescia sono state consumate dalle 3 alle 4 mila pillole di Viagra ogni mille persone" mentre nella Provincia di Potenza nello stesso arco di tempo "il consumo è stato di 991 pillole per il medesimo numero di persone".

Ad aver contezza del costo non proprio popolare della famosa pillola blu, dunque, dobbiamo dar ragione a chi sostiene che noi terroni in quanto sottosviluppati (o sviluppati sotto, come spesso diceva Ivan Graziani) possiamo continuare ad arrangiarci con poco, mentre alle camicie verdi del "ce l’abbiamo duro" bisogna dar modo di ritrovare l’angolazione primigenia del loro programma secessionista.

La conclusione di Caparini in merito al Viagra, infatti, è che il troppo lavoro cui sono abituati i nordisti, deprime, per così dire, le pulsioni di cui tanto andavano fieri; le conclusioni nostre, invece, sono diverse, ma non meno sconcertanti, perché, a dispetto del nostro credo, bisogna riconoscere ragione a Berlusconi che vorrebbe sfoltire il Parlamento.

Ecco, infatti, che l’on. Caparini si pone come luminoso esempio di parlamentare inutile, uno di quelli che, da noi pagato, più che a lavorare sta a farsi le… (non lo diciamo anche se sarebbe in tema), ma solo per dar supporto scientifico alla sua analisi. Analisi che, peraltro, pone anche un dubbio che appare più che legittimo.

Se le lotte Leghiste più accese sono iniziate nella seconda metà degli anni ’90 e l’indagine dell’onorevole parte proprio dal 1998, sarà poi vero che ce l’avevano duro?

Anna R. G. Rivelli
 
 
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