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RETE SOCIALE
16/05/2007  Lascia un commento
Emergenza rifiuti in Campania
Ci sono molti italiani che hanno avuto la buona volontà di votare il Prof. Prodi con grande fatica nell’animo perchè la presenza del suo predecessore aveva valicato i limiti della sopportabilità.

Ci sono molti italiani che hanno la buona volontà e una grande fatica nell’animo nel pagare le tasse che rendono possibile la spesa di oltre un miliardo di euro che l’Italia ha finora sostenuto per l’emergenza rifiuti in Campania.

Ci sono molti italiani che abitano nelle regioni limitrofe alla Campania dove da tempo a causa dell’emergenza arrivano tonnellate legalmente e illegalmente di rifiuti poichè in Campania non c’è più spazio.

Ci sono molti italiani e non solo che una volta acquistavano la mozzarella di bufala della Campania e che ora non lo fanno più dato il tasso di inquinanti "terminali" oltre qualsiasi livello tollerabile nell’aria, nell’acqua e nei terreni di questa regione.
Ci sono molti italiani che assistono all’invio dell’esercito non contro la camorra, come fu evitato in vista della visita del Presidente Napolitano a Napoli, ma contro la gente che con il tricolore e cantando l’inno di Mameli si vede "spintonata", come riporta il Ministro Amato, nel difendere uno degli ultimi luoghi che assomiglia ad un posto degno di questo paese.

Poi ci sono molti italiani che per le idee del Ministro Mastella, padrone di casa in Campania, non possono ancora vedere riconosciuti i propri diritti ad amare o a sostenersi come nel resto d’Europa, mentre lo stesso Ministro ha promosso e ricevuto l’approvazione della legge sull’indulto che a messo in circolazione migliaia di persone che sono tornate a delinquere perché lo stato non riesce a gestire la giustizia né prima nè dopo il crimine.

Ci sono molti italiani che non si rassegnano all’idea che oltre 70 comuni della Campania sono commissariati per infiltrazioni della camorra che della "gestione" dei rifiuti ha fatto una delle principali voci del proprio bilancio, bilanci sempre in attivo a differenza dei Comuni stessi.

Sembra che ad oggi lo stato abbia fatto tanto, davvero tanto, per la camorra.
Non l’ha perseguita con l’esercito, e la sta aiutando invece nel fare in modo che possa trarre i massimi profitti da un emergenza che paghiamo noi.
Sembra che ci sia una vera coppia di fatto.

Ci sono molti italiani che nel 1997 hanno salutato con animo sollevato il cosidetto Decreto Ronchi come una delle migliori leggi (tuttora) in Europa in materia di rifiuti solidi urbani.

Tutti i problemi e i disastri che derivano dai rifiuti solidi urbani, non solo della Campania, nascono nel momento in cui chiunque a casa crea il cosiddetto sacchetto della spazzatura che normalmente viene buttato nei cassonetti e quindi avviato in discarica o ad un inceneritore.
Facciamo due conti.
1. La Campania ha 5.790.357 abitanti e produce circa 2.8 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani e 4,3 milioni di tonnellate di rifiuti speciali un record che per capacità di diffusione di epidemie può essere invidiato solo da Bombay e Brasilia nel mondo.
Quindi ogni abitante in questa regione produce 2,07 tonnellate di rifiuti solidi urbani all’anno.

2. In media i rifiuti solidi urbani contengono:
-  il 20% di plastica
-  il 30% di carta
-  l’8% di vetro
-  il 30% di rifiuti organici (frazione umida, scarti alimentari e assimilabili)
-  il 12% di materiale difficilmente recuperabile

3. La legge Ronchi ha istituito il Consorzio Obbligatori per gli imballaggi CONAI, con gli associati COMIECO per la carta, COREPLA per la plastica, COREVE per il vetro, RILEGNO per il Legno, CIAL per l’alluminio che sono finanziati attraverso il contributo dei produttori che viene a sua volta pagato da tutti all’acquisto dei beni di consumo. I Consorzi hanno l’obbligo di acquisire pagando i rifiuti differenziati di pertinenza e avviarli al riciclo, cosa che produce nuovi prodotti che rientrano nel mercato

4. Per la sole frazioni carta e plastica vengono riconosciuti dal COREPLA 242 euro per tonnellata di plastica conferita e di buona qualità, dal Comieco 90 euro per tonnellata di carta.

In pratica, data la produzione record, ogni abitante della Campania (non ogni famiglia) potrebbe ricevere oltre 150 euro all’anno se conferisse i rifiuti con le accortezze previste dai consorzi. Una famiglia di 4 persone avrebbe diritto in questo modo ad oltre 600 euro all’anno.

Seguendo quello che la stessa legge prevede se avessimo dato 150 euro all’anno per abitante della Campania in cambio di rifiuti ben differenziati avremmo speso 868.553.550 euro rispetto al miliardo di euro per un’emergenza che non finisce e non finirà.
Ma la cosa più bella è che, oltre al risparmio di 131 milioni e mezzo di euro ultra sufficienti per far funzionare il meccanismo, quei soldi non li avremmo buttati poichè:
  • avremmo ricevuto in cambio materia prima di almeno pari valore con un preciso mercato;
  • avremmo le strade della Campania libere dal milione di tonnellate di rifiuti attualmente presenti;
  • non avremmo alcuna necessità di discariche e inceneritori;
  • avremmo finalmente trasformato i rifiuti da un problema a un motore di sviluppo economico.

    Immaginiamo di dire in Campania che lo stato paga per avere dei rifiuti ben differenziati, cosa succederebbe secondo voi?
    Che la camorra va a rubare la spazzatura a casa di oltre 5 milioni di persone per ottenere quei soldi?
    O che la gente comincia davvero a pensare che lo stato sia meglio della camorra?

    Ma lo stato continua a pensare che le discariche o gli inceneritori sono la strada maestra
    mentre entrambe le cose rappresentano costi e disastri e costituiscono la non soluzione per eccellenza. Esattamente quello che chiede il crimine organizzato.

    E se invece cominciassimo a fare questa cosa in tutta Italia, pagando direttamente i rifiuti come materia prima, dando cioè un vero incentivo ai cittadini che hanno già pagato all’acquisto dei prodotti i costi di smaltimento degli imballaggi in cambio di una vera raccolta differenziata?

    Si passerebbe da una gestione verticale del sistema rifiuti ad una gestione orizzontale con un ruolo dei Comuni diverso, dove invece di fallire sistematicamente o per interessi delinquenziali nel raggiungimento dei parametro minimo del 30% di raccolta differenziata degli RSU previsto nel Decreto Ronchi, predispongono e promuovono un sistema che fa pagare tre volte chi non differenzia e premia con un vero incentivo i cittadini che invece lo fanno.
  • Potremmo in questo modo capire che il crimine si può limitare interrompendo la catena verticale e verticistica di comando e di gestione della cosa pubblica attraverso la distribuzione della gestione in maniera orizzontale, partecipata e incentivata degli italiani.

    Esiste una semplice operazione che introdotta in questo paese lo rivolterebbe come un guanto.
    Girare l’asse della gestione del potere e della cosa pubblica di 90 gradi.
    Da verticale ad orizzontale
    .


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