SASSI KULT MATERA
Invia pagina Invia questa pagina
 Cerca nel sito
 Iscriviti alla Newsletter
HOME   |   RETE SOCIALE   |   MATERA   |   CULTURA   |   FORUM   |   PARTECIPA   |   VIDEO CONTATTI
 
RETE SOCIALE > Lontani da un Paese normale Pagina 5 di 7  Precedente | Successiva
   
RETE SOCIALE
02/03/2008  Lascia un commento
Il ritorno al nucleare

Il 13 febbraio 2008 il forzista Cosimo Ventucci da Sezze (Latina) aveva anticipato tutto a proposito delle scelte in tema di energia annunciate da Berlusconi il 29 febbraio con la presentazione del programma elettorale. Ventucci parla di visioni apocalittiche e terrorismo psicologico in merito alla non realizzazione del sito unico delle scorie nucleari a Scanzano Jonico. Una cosa che non hanno mai digerito. >> Leggi le dichiarazioni

L’8 e il 9 novembre 1987 30 milioni di Italiani si recarono alle urne per decidere sulla sorte dell’energia nucleare nel paese. Il risultato fu che ai tre quesiti proposti con l’80,6%, il 79,7% e il 71,9% il popolo decise di cambiare pagina. Per questo dal 1987 è stato sancito l’abbandono del nucleare da parte dell’Italia.

Più che un abbandono, in un paese normale questa svolta sarebbe dovuta diventare un’opportunità perché, sin da allora, si doveva dare impulso alla ricerca di soluzioni nuove per l’approvvigionamento energetico nazionale.

Invece l’unica cosa che è stata fatta da allora fino ad oggi è comprare l’energia (prodotta anche attraverso il nucleare) dagli altri paesi rendendo l’Italia un suddito energetico di chiunque ne disponga. Non esiste ancora un piano energetico nazionale.

Dopo 21 anni gli Italiani invece di essere messi nelle condizioni anticipare lo sviluppo tecnologico e diventare i primi attori nel mercato delle energie rinnovabili, un mercato che dal 1992 al 2006 vede raddoppiare il volume di affari ogni 2 anni, sono stati messi nelle condizioni di sentire anche le battute del portiere delle libertà Bruno Vespa che nei suoi talk show sottolinea l’assurdità di abolire il nucleare per comprare l’energia prodotta con centrali nucleari ubicate pochi chilometri fuori dai confini nazionali.

Il numero delle Scienze appena uscito, Marzo 2008 presenta un piano energetico per gli Stati Uniti basato sulle tecnologie già dipsonibili del solare fotovoltaico e solare termodinamico in grado di eliminare totalmente la loro dipendenza dal petrolio.
La barzelletta del ritorno al nucleare
Veniamo ora alla barzelletta presentata da Berlusconi in occasione della presentazione del programma elettorale. Le sue tesi sono tutte orientate a distinguersi dal cosidetto partito del no, o del ni, e soprattutto dagli ambientalisti. Puro intrattenimento, livello dei discorsi volutamente di bassa lega, perché il messaggio sposta tutta l’attenzione sul teatrino delle parti tra fare la scelta peggiore, ovviamente sbandierata come la migliore e l’opposizione ambientalista.
Ma la questione non è ambientale.

La barzelletta in questo caso riguarda il costo dell’energia nucleare che viene indicato come inferiore a quello che le aziende in primis pagano.

Centrali nucleari fino ad ora significa centrali a fissione nucleare. Si tratta di un processo dove l’energia viene prodotta bombardando i nuclei di atomi di uranio o plutonio con l’effetto di spaccarli in isotopi più piccoli particolarmete radioattivi che costituiscono il residuo della reazione, meglio note come scorie radioattive. Le scorie radioattive prodotte hanno un tempo di smaltimento che va dai 10 ai 100 mila anni.
Ma questi non sono discorsi che puoi affrontare con Berlusconi, Casini, o Bruno Vespa.

Bisogna quindi considerare l’aspetto dei costi/benefici.
Per costruire una centrale nucleare in un paese normale ci vogliono minimo 5 anni e 5 miliardi di Euro.
Per produrre il 30% del fabbisogno di energia italiana con il nucleare ci vorrebbero 20 centrali, una in ogni regione. Il tutto partendo praticamente da zero.

Il costo dell’energia prodotta non è vero che è inferiore a quello attuale che paghiamo in Italia perchè il nucleare "si ammortizza" in un arco di tempo di 40/50 anni e comprende:
1. costo di costruzione della centrale,
2. i costi di reperimento dell’uranio che non abbiamo in Italia e il cui costo è in aumento data la forte domanda che viene dall’asia, con le fonti in esaurimento come per il petrolio,
3. il costo di smaltimento delle scorie nucleari che al momento è un problema irrisolto a livello mondiale,
4. il costo di smantellamento della centrale che ha una vita operativa di 25/30 anni
5. il costo di bonifica del luogo dove è stata costruita la centrale.

Tutte cose che hanno indotto perfino gli Stati Uniti e la Germania a non costruire più centrali nucleari. Tra 25 anni la fissione nucleare non esisterà praticamente più.
E’ il tempo che ci vuole per passare alla fusione nucleare che è il processo inverso e che non produce scorie se non in misura irrilevante.
Inoltre tra 25 anni il solare sarà la principale fonte di approvvigionamento energetico in tutto il mondo.

Riassumendo per gli Italiani ci sarebbero da pagare 100 miliardi di Euro nei prossimi anni per dotarsi di un sistema già obsoleto e creare un enorme problema di smaltimento di scorie.

Queste informazioni sono disponibili a tutti, basta fare una semplice ricerca, ma poichè siamo tendenzialmente diffidenti ascoltiamoli dalla viva voce di Carlo Rubbia. >> Guarda il video

Nel 1984 ha ricevuto il premio Nobel per la Fisica. Il premio Nobel non è iniziativa locale, è il massimo riconoscimento che oggi puoi ricevere dalla comunità internazionale ad Oslo soltanto se dai un contributo decisivo al progresso dell’umanità. E’ quindi ragionevole pensare che Rubbia se lo sia meritato e che in fatto di centrali nucleari ed energia ne sappia qualcosina in più di Berlusconi.

Nel 1999 Rubbia diventa Presidente dell’ENEA. Nel 2005 critica il governo Berlusconi sull’umiliazione che la ricerca in Italia sta subendo. Nel luglio dello stesso anno viene rimosso dall’incarico presso l’ENEA. Da allora collabora con la Spagna al CIEMAT (centro di ricerca sull’energia, l’ambiente e la tecnologia), l’equivalente italiano dell’ENEA, per lo sviluppo del solare termodinamico, progetto iniziato all’ENEA e non conclusosi in Italia a causa del licenziamento di Rubbia, realizzato invece nel giro di tre anni in Spagna.

Rubbia non ne fa una questione ambientale, parla di costi.
Cose che dovrebbero perfino capire Berlusconi, Casini e Bruno Vespa.

Si dovrebbe anche parlare del fatto che in Francia, paese preso a modello dai neo-liberal-nuclearisti, ci sono trentamila persone tutte fortemente specializzate che lavorano in un settore che ha una tradizione per i francesi di oltre 40 anni.

In Italia dove pensa di trovare Berlusconi 30.000 persone altamente specializzate?
Nei Circoli della Brambilla?

Ma per Berlusconi si può sempre fare il nucleare all’italiana. Come?
Quelli come Rubbia non avranno mai diritto di cittadinanza perché nessuno meglio di Berlusconi sa che l’Italia non è un paese normale e lui per questo ha dedicato tutta la sua vita. 
Nel 2003 ha deciso di seppellire le scorie lontano da Arcore ovvero a Scanzano Jonico, in modo da tagliare i costi veri e donare alla Basilicata il miglior futuro possibile.

Per Informazioni
Numero Verde delle Libertà 800 85 85 88

Carlo Rubbia
Cosa dice il Premio Nobel per la Fisica Carlo Rubbia sulle scelte in materia di energia nucleare.
Guarda il video

Berlusconi presenta
La presentazione del programma elettorale fatta venerdì 29 febbraio 2008.
Guarda il video

Il Programma
Il programma elettorale sulla nuova TV delle libertà.
Guarda il video
 
 
Commenta con il tuo Account di Facebook
 
 
   
S. Agostino
Osservatorio Sassi di Matera
Ipogei Piazza Vittorio Veneto
Il Parco delle Cave
Osservatorio Beni Culturali
Ambiente
Turismo
Amministrazione Comunale
Osservatorio Regione Basilicata
No Nuke
Scuola e Università
Solidarietà
Innovazione e Sviluppo
Regolamento Urbanistico
Osservatorio Politico
Dossier Fondi Pubblici
Lontani da un Paese normale
Matera Cambia
 
 
www.sassikult.it