Le cose sono fondamentali per un intervento di riqualificazione sui beni culturali: 1. un analisi storica che metta in luce il significato di un bene culturale arrivato sino ai nostri giorni 2. un rilievo critico degli elementi che costituiscono il bene stesso; 3. operare in conformità alle disposizioni di legge esistenti, in questo caso quelle del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
In tutta la documentazione dei progetti per S. Agostino presentata dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Basilicata, a parte il disegno delle sagome, non si trova alcun riferimento ai rapporti architettonici tra il sistema originario dei luoghi, i giardini e gli edifici del complesso. Viene presentata invece solo ora, nel 2008, dopo l’intervento del Ministero che blocca i lavori del parcheggio a fine 2006, una documentazione incomprensibile (Allegato 2 - Trasformazioni del sito - Variante Progetto definitivo Riqualificazione area antistante il convento e recupero ipogei - perizia 4/2008 del 18/01/2008) che afferma che questo luogo è privo di valori così da giustificare interventi vietati.
In tutti i progetti non viene riportata alcuna informazione sulle intersezioni e le giunture fra scavato e costruito, così come l’inesistenza di quote e distanze, capisaldi e riferimenti non annotati sui disegni, rende questi disegni fluttuanti, non ancorati alla realtà e modificabili a piacimento a seconda degli indirizzi del progetto.
La planimetria denominata STATO DI FATTO NELL’ANNO 2000 presente in questa documentazione è quella che la Soprintendenza utilizza in tutte le successive progettazioni del 2004 e del 2008. |