CONSERVAZIONE CONSAPEVOLE e valorizzazione turistica |
Secondo l’accordo di programma, per il quale il complesso di sant’Agostino è beneficiario di uno stanziamento cospicuo di capitali, la valorizzazione turistica è l’obiettivo principale da perseguire: come? Gli ipogei risultano "occultati", in primis alla vista, dal nuovo volume costruito parzialmente sottoterra, sulle stesse identiche orme del vecchio progetto.
Un progetto che rappresenta per Matera la costruzione dell’ennesima scatola vuota, per giunta in calcestruzzo armato e con una reversibilità alquanto limitata, perseguibile solo con ulteriori danni e rimaneggiamenti al monumento, inteso quale complesso sistema antropico e naturale stratificato da secoli.
Si definisce così una nuova volumetria edilizia con caratteri autonomi ed indipendenti rispetto al contesto e, soprattutto, estranea rispetto all’autenticità e singolarità dei luoghi e del loro rapporto con le parti costruite del monumento, non assolvendo alla primordiale necessità della tutela del complesso architettonico costituito da volume chiesastico-monastico e dagli ipogei sul quale si erge.
Ancora una volta la svalutazione dei luoghi parte dalla documentazione grafico-metrica non sufficiente, nè pertinente alla lettura delle peculiarità dei luoghi per imprecisioni e mancanze: documentazione grafica che nel restauro rappresenta la fase preliminare, imprenscindibile per un corretto progetto di tutela.
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L’ennesima scatola vuota a sorpresa |
Ricordiamo che tutta la intricata vicenda è nata con l’intento di sostituire uno spazio verde con un parcheggio parzialmente interrato e la conseguente eliminazione di un vuoto "verde" in stato di abbandono.
Oggi valorizzare significa inserire un nuovo volume edilizio? Una nuova funzione slegata dal contesto e dal monumento da tutelare?
Sembrerebbe di si: così al posto di un potenziale verde (luogo con un suo grado di compatibilità ambientale) si inserisce una nuova struttura completamente "impermeabile", esattamente al contrario della storica raccolta e conservazione delle acque, che anche in questo luogo trova suoi importanti riferimenti.
la Sacrestia della nostra Chiesa, un comprensorio di case in quattro membri, cioè due uniti composti di una camera grande per quant’è la Sacrestia, e l’altra per quant’è la dimensione della loggia di detta Sacrestia. Il terzo formato per uso di Cucina avanti l’ingresso de’ cennati due membri, i quali attualmente si tengono in fitto da Grazia Contuzzi per Ducati 7,00 annui. Ed il quarto membro, anche isolato, e con tre pezzetti di terra per uso di Giardinetto, che al presente si tiene in fitto da Giambattista Martino per Ducati 6,00 annui. Si fa osservare, che attaccato alla suddetta Cucina nella parte esterna, vi è una piccola piscina per comodi dé suddetti abitanti, ed hanno inoltre l’uso dell’acqua nel Cisternone sotto l’atrio della nostra Chiesa. Quale comprensorio è riportato nello Stato di assegno sotto il Numero 2.
Dove sono la valorizzazione, il momento rivelativo del restauro e la conservazione dei luoghi?
Dalla lettura del progetto si rileva soltanto che gli ambienti ipogei con il loro ingresso sono ridotti ad una misera appendice di nessun valore, che non restituisce ne facilita la lettura di quello che era il rapporto fra grotte ed esterno: la gripta cum plateola non viene ne recuperata ne proposta in una rilettura storica, così come si potrebbe dedurre dalle fonti storiche.
Il sistema ipogeo viene privato di una parte fondamentale ed insostituibile alla comprensione della grotta nel suo rapporto con il contesto; inoltre, anche la comprensione della stratificazione dallo scavato al costruito del sistema conventuale verrebbe privata di una fondamentale testimonianza spaziale: la plateola esterna più bassa rispetto al contesto evidenzia in maniera inequivocabile la complessa storia e la trasformazione come passaggio storico per più fasi.
Da qui il rimpianto per non sfruttare questa possibilità, facendo si che il monumento nel suo insieme diventi "museo di se stesso", mettendo a sistema i vari impianti ipogei non esclusa la Chiesa ruperstre di san Giuliano, così da elevare e far vivere il luogo trasformandolo da mero contenitore ad organismo vivente, consolidato e radicato al suo contesto ambientale.
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Rilievo ed analisi nel restauro |
La redazione di tavole tematiche è indispensabile per disciplinare ed ordinare tutte le molteplici informazioni raccolte durante la fase conoscitiva del manufatto: possono essere diversificate in relazione agli aspetti che occorre evidenziare, al fine di poter illustrare le caratteristiche peculiari della storia (in questo caso urbana ed architettonica), dello stato conservativo della struttura e dell’aspetto attuale dell’oggetto di indagine, delle prefigurazioni potenziali del progetto.
È per questo motivo che può essere di aiuto approfondire il livello di conoscenza della struttura indagandola ulteriormente, rimandando e limitando il progetto dove può risultare dannoso al monumento, li dove più labili sono le informazioni e maggiori le incertezze. La redazione della tavola tematica sulle fasi costruttivo-evolutive dell’edificio può rivelarsi un utile strumento per “giustificare” e chiarire come e per quali motivi, nel corso degli anni, il manufatto abbia assunto quella specifica conformazione.
Al fine di allestire questa tavola tematica sono necessarie, oltre, naturalmente, al rilievo critico dello stato di fatto, le notizie storiche, da intendersi non quale mera svalutazione dei luoghi ma come comprensione profonda della storia che li ha generati. In questo frangente, la lettura critica dello stato di fatto è l’unico punto di partenza per poter articolare, delineandoli, il susseguirsi degli eventi, affiancando le ricerche storiche ed archivistiche all’analisi stratigrafica e morfologica della costruzione, poiché in grado di comprovare o smentire quanto ipotizzato o di scritto reperito.
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