Giustino Fortunato nel regesto delle pergamene di Matera riporta: 318 - (Cattedrale, n. 944). 1493, novembre, 7 - Geronimo di Matteo «de Curtona» di Matera, vende a Gabriele di Donato di notar Eustasio, della stessa città, cinque grotte nel Sasso Barisano, nel «pittagio» di s. Giuliano, per cinque once. 455 - (s. Lucia, n. 435). 1541, gennaio, 25 - Francesco de Noha di Matera, per la monacazione delle figlie Silvia, Carmosina e Prudenzia, cede al monastero di s. Lucia due case nel Sasso Barisano, nel «pittagio» di s. Maria «de veteribus» ed una grotta nella contrada di s. Giuliano.
Pittagio è un termine utilizzato per rappresentare uno spazio che raccordava o inglobava un certo numero di abitazioni, grotte e ambienti utilizzati per diverse lavorazioni. Una prima immagine del "pittagio" o vicinato di S. Giuliano dove ora si trova il complesso di S. Agostino è presente in una raffigurazione della Città di Matera del 1703 ad opera di Giovan Battista Pacichelli.
L’immagine mostra chiaramente la cosidetta area antistante del complesso, un giardino con una serie di grotte delimitate da un recinto murario. Queste grotte sono l’estensione gli accessi agli ipogei di S. Agostino che conducono anche alla originaria Chiesa Rupestre di San Giuliano. Parliamo di giardini in quanto sono così descritti nei documenti redatti dai Padri Agostiniani a partire dal 1592.
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La descrizione dei luoghi nei documenti dell’Archivio di Stato |
I documenti che descrivono l’area dei giardini sono le Platee del Convento di Sant’Agostino una cominciata nel 1592 e l’altra datata 1851 redatte dai Padri Agostiniani. Ricordiamo che la Platea è l’inventario dei beni e delle rendite di un ente religioso. |
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Platea compilata a partire dal 1592
«Il Convento possiede uno Conzo dà far salnitro, con grotte, cisterne, et un’luogo diruto da poter ergere il Palazzo, il quale e provenuto dal Signor Cancelliere Don Bellisario Ricciardi, lasciatoli dalla divisione fatta con i loro fratelli, a beneficio dell’Anima del loro Padre, e fin’adesso è stato posseduto dal suddetto Canonico col peso d’una messa la settimana; Onde per far cosa grata al suo fratello Maestro Guglielmo Agostiniano lo dà al detto Padre Maestro, vivente lui n’habbia l’uso fruttuario, dell’affitto d’esso Conzo, e che ne possa celebrare la messa la settimana in quocumque et post mortem resta ha beneficio del Convento e caso, uno de’ loro fratelli venisse in sustanza tale di poterselo pigliare detto Conzo, non gli sia negato, cum hoc pacto che prima habia da sborsare il valsente del denaro, per poter fondare detta messa in settimana; Rogato per mano di Notar Tomaso Teratufilo li 27. Ottobre 1691.
Detta messa si celebra nell’Altare di Santa Maria delle Grazie per l’anima di Giuseppe Ricciardi Padre del detto Cancelliere Don Bellisario, come dice l’istrumento rogato ut supra.
Nell’anno 1698 il di 2 di dicembre, passò a miglior vita la Buona Memoria del Padre Maestro Guglielmo Ricciardi e l’acconsio si possiede dal Convento da detto tempo e serve la messa.
[...] Il Padre Maestro frà Guglielmo Ricciardi di Matera Agostinaino possede sua vita durante il Conso, che sta avanti il nostro Convento, con grotte, e cisterne con un’canale coverto per mandare l’acqua al sopra detto conso, et assieme un’palazzo diruto sopra [...]».
Platea del 1851
«[c. 1] 1. Possiede il Convento una Casa, che prima era Cantina, nella Salita rimpetto al Monistero, comprata da Michele d’Ercole nel 1841, con una piccola piscina al lato dritto al di fuori, e ciò in linea di convenzione bonaria, senza rogare atto alcuno [...].
2. Possiede il Convento, e propriamente sotto la nuova strada del portone del Monistero, come Casa con grotta in fondo, ed una pezza di Giardino sottoposto alla detta Casa, ambi censiti al Canonico Don Raffaele Martemucci per l’annuo canone di Ducati 2,44 [...].
3. Possiede il Convento, rimpetto al portone antico del Monistero, una Casa Grotta, che ha l’uso dell’acqua nel Cisternone sotto l’atrio della nostra Chiesa. Tale Casa non figura nello Stato di assegno, dapoicché la stessa anticamente eravi una Grotta diruta, e quindi nel 1825. fu rifatta dal Monistero, che attualmente si abita da Francesco di Cuja per l’annuo pigione di Ducati 5,00.
4. Possiede il Convento, accanto della sopraddetta Casa Grotta, una Cantina grande in due navi, e tre palmenti, che prima serviva per uso del Convento, ed ora trovasi affittata a Francesco dell’Acqua per Ducati 15,00, e si è dato l’uso dell’acqua alla seconda piscina del Monistero sopra il piano, e propriamente al di dentro del muraglione del Comune; ed è circoscritta da altre Cantine del Monistero istesso; la quale si riporta nello Stato di assegno sotto il Numero d’ordine 69.
5. Possiede il Convento, in continuazione della suddetta Cantina, un’altra piccola Cantina con due palmenti, e piscina dentro, nel presente tenuta in fitto da Francesco Marasco per Ducati 4,50 annui; riportata nello Stato di assegno sotto il Numero d’ordine 70. [c. 2]
6. Possiede il Convento, in continuazione delle anzidette Cantine, un’altra Cantinetta con uno palmento, ed ha l’uso dell’acqua nel Cisternone sotto l’atrio della nostra Chiesa, che ora si tiene in fitto da Domenico Barbaro per Ducati 3,60 annui, riportata nello Stato di assegno sotto il Numero 23.
7. Possiede il Convento un’altra Cantina, in continuazione delle precedenti, con due palmenti, e piscina dentro, la quale attacca dal lato sinistro dell’ingresso con due Cisterne del Convento medesimo, e propriamente nella seconda Cisterna che trovasi in una Grotta serrata. Detta Cantina attualmente si tiene in fitto da Nicola Tralli per Ducati 4,20 annui; ed è riportata nello Stato di assegno sotto il Numero 18.
8. Possiede il Convento rimpetto l’atrio della nostra Chiesa, un’altra Cantinetta con due palmenti dentro, e tiene l’uso dell’acqua nel Cisternone del suddetto atrio della nostra Chiesa; dessa si tiene attualmente in fitto da Eustachio Vincenzo Tralli per Ducati 3,50 annui; ed è riportata nello Stato di assegno sotto il Numero 59.
9. Possiede il Convento, e propriamente sotto la Sacrestia della nostra Chiesa, un comprensorio di case in quattro membri, cioè due uniti composti di una camera grande per quant’è la Sacrestia, e l’altra per quant’è la dimensione della loggia di detta Sacrestia. Il terzo formato per uso di Cucina avanti l’ingresso de’ cennati due membri, i quali attualmente si tengono in fitto fa Grazia Contuzzi per Ducati 7,00 annui. Ed il quarto membro, anche isolato, e con tre pezzetti di terra per uso di Giardinetto, che al presente si tiene in fitto da Giambattista Martino per Ducati 6,00 annui. Si fa osservare, che attaccato alla suddetta Cucina nella parte esterna, vi è una piccola piscina per comodi dé suddetti abitanti, ed hanno inoltre l’uso dell’acqua nel Cisternone sotto l’atrio della nostra Chiesa. Quale comprensorio è riportato nello Stato di assegno sotto il Numero 2». |
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Note e riferimenti |
Archivio di Stato di Matera, Ufficio del Registro di Matera. Monasteri soppressi, Busta 15, Platea del Convento di Sant’Agostino (compilata a partire dal 1592)
Archivio di Stato di Matera, Fondo Ufficio del Registro. Monasteri soppressi, Busta n. 14, Platea del Convento di Sant’Agostino di Matera - Anno 1851. |
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La visione della Soprintendenza |
L’area dei giardini di S. Agostino e tutte le sue pertinenze ipogee nonchè i sistemi murari e le e viari frutto dell’evoluzione urbana vengono sempre chiamati nei progetti della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Basilicata "area antistante il complesso" o il convento.
Si tratta dei luoghi dove sono stati avviati e poi interrotti i lavori per la realizzazione del parcheggio interrato della stessa Soprintendenza che ha sede in un ala del Convento. Nella relazione progettuale del 2004 (e similmente nella variante da poco presentata nel 2008) l’unico riferimento a questa parte del Complesso Monumentale recita quanto segue:
"L’intervento propone il recupero delle aree antistanti il convento, parte integrante dello stesso, con la valorizzazione dei locali ipogei e la realizzazione, in interrato, di un’autorimessa. Si tratta di quegli spazi che sin da prima della realizzazione del convento erano caratterizzati dalla presenza di grotte per abitazioni, piccoli orti, fosse per riporre il frumento ecc. che, nell’evoluzione del costruire sovrastante e nelle modificazioni urbanistiche e viarie intervenute sui luoghi, sono stati interrati. Il progetto prevede quindi la sistemazione della superficie superiore, la realizzazione, al di sotto di questa, del citato parcheggio interralo ed il recupero dei locali ipogei; quest’ultimi resi accessibili dall’area parcheggio." |
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Praticamente, come sostiene in tutta la documentazione presentata, la Soprintendenza ci dice che non vi era nulla di interessante, asportando artificialmente un’area di pertinenza del Complesso Monumentale vincolata come tutto il resto per realizzare il proprio parcheggio. Non dà quindi volutamente alcun peso e alcun riferimento storico a questi luoghi che in tutte le comunicazioni e le iniziative intrapreso insieme alla Rete Sociale delle Associazioni materane abbiamo sempre indicato come i Giardini di S. Agostino. Tutta la documentazione mira a dimostrare che in quest’area non era presente nulla. Gli unici documenti in cui a differenza delle nuove tesi, la Soprintendenza dice esattamente il contrario sono: 1. Il parere del 1995 con cui vengono bloccati i lavori per un analogo progetto di parcheggio. 2. Un parere del 1996 in cui ne ribadisce l’importanza ai fini della tutela e l’indisponibilità ai fini dell’esproprio da parte del Comune. Il Comune di Matera paga ancora i danni per averli appaltato dei lavori bloccati dai pareri che di seguito riportiamo: |
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Parere del 1995 |
Constatato che le operazioni di scavo hanno portato alla luce sia ambienti ipogei, che costituiscono il prolungamento di quelli esistenti al di sotto del fabbricato dell’ex complesso Conventuale di S. Agostino, con testimonianze dell’uso degli stessi, nelle iscrizioni di nominativi e datazioni risalenti al 1889, sia un area lastricata risalente all’originario sistema di percorrenza urbana del sito, delimitata da strutture murarie; - considerato che tali elementi costituiscono testimonianze architettoniche e storiche, rappresentanti momenti significativi dell’evoluzione del sito, non solo sotto l’aspetto urbano ma anche dal punto di vista sociale in quanto attestazioni dell’utilizzo degli ambienti, ma soprattutto dello stato d’animo di chi ha vissuto in tali ambienti, questa Soprintendenza ritiene che l’intervento così come proprosto non possa essere realizzato. Si fa presente che potranno essere prese in considerazione soluzioni che salvaguardino gli elementi di cui sopra". Il Soprintendente Reggente Attilio Maurano |
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1995 - Parere Soprintendenza prot. 9763 del 25.06.1995 |
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Parere del 1996 |
"Con riferimento alla nota 3.03005 del 28/2/1996 di pari oggetto, si precisa che, ai sensi degli artt. 822, 823, e 826 comma 2, i beni del Demanio Pubblico riconosciuti di interesse storico-artistico qual’è il Complesso di S. Agostino con le relative pertinenze, sono inalienabili e fanno parte del patrimonio indisponibile dello Stato e, per quanto tali, non possono essere sottratti alla loro destinazione, soprattutto in ragione della destinazione e sede di Uffici pubblici. In ogni caso, considerato che il parcheggio in questione non potrà svilupparsi nell’area interessata dall’esproprio, per le strutture rinvenute durante i lavori come da nota di questa Soprintendenza n. 9763 del 27/6/95 si ritiene inutile, soprattutto sotto il profilo economico attuare quanto esposto in oggetto." Il Soprintendente Reggente Attilio Maurano |
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1996 - Parere Soprintendenza BAP Basilicata prot. 4687 del 18.03.1996 |
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